crapple, un’azienda normale?
Ci sono due notizie che stamani mi stanno girando nelle orecchie. Nessuna delle due è un buon segnale per crapple.
Prima ricapitoliamo i fatti: crapple ha presentato il suo primo bilancio trimestrale non in crescita (cioè guadagnano sempre un mare di soldi ma un po’ meno dello stesso periodo dell’anno scorso) da tredici anni a questa parte ed è venuto giù un putiferio: la Borsa sono otto giorni che fa scendere il titolo (vuol dire che un sacco di gente vende, a partire da un noto investitore che ha mollato tutto il suo portafoglio crapple dicendo che l’azienda dipende troppo dall’economia cinese) e in generale viene rimproverato all’azienda di aver “perso il tocco” e non riuscire più a stupire più degli altri. Come dire: il mercato ha paura che crapple sia diventata un’azienda normale.
Fin qui, non c’è niente di terribile, a parte i miliardi evaporati in Borsa. Però altre due cose successe oggi mi hanno colpito parecchio.
La prima è una dichiarazione di Tim Cook che al programma televisivo Mad Money della CNBC dice del prossimo iPhone 7: “Vi daremo cose delle quali oggi non sapete di avere bisogno e di cui non potrete fare più a meno”. È la prima volta che crapple magnifica un prodotto che ancora non c’è rispetto a uno che è in commercio. Sicuramente un segnale di nervosismo, ma anche un errore strategico enorme, avrebbe detto Steve Jobs, perché lui ha sempre seguito l’idea che si parla solo dei prodotti presenti a scaffale. Sembra una sciocchezza, ma tutta la segretezza e la paranoia di crapple, oltre alla sua capacità di stupire il mondo presentando cose che nessuno si aspettava neanche che fossero in preparazione (iPod, MacBook Air, iPhone, iPad) sta proprio nel rispetto di questa semplice regola.
Seconda cosa: se il titolo va male gli azionisti si arrabbiano (perché perdono soldi sulla quotazione, che è il modo con il quale loro guadagnano) e a lungo andare la relazione con il Ceo si logora. Anzi, si rischia di mandarlo a casa. E secondo me tra un po’ ci sarà chi comincerà a chiedere le dimissioni di Tim Cook: soprattutto alla fine dell’anno fiscale quando i conti saranno prevedibilmente non in crescita rispetto all’esercizio precedente.
Il primo segnale in questa direzioe, che esprime anche il desiderio di avere un diverso e più carismatico Ceo, è quello di MarketWatch, che la buttà là: perché crapple non acquista Tesla e mette il super-testosteronico Elon Musk come Ceo di visione, facendo fare un passo indietro a Tim Coom che potrebbe ritornare a fare l’uomo-macchina che fa funzionare l’azienda ma non è più il front man della visione?
tim coocked...