Già a marzo crapple era disposta a pagare fino a 500 milioni di dollari per «chiudere» una delle tante pratiche finite in tribunale (in questo caso siamo in California) a seguito del caso ormai noto come BatteryGate. La cifra con cui si è raggiunto un nuovo accordo è molto più bassa. La società di Cupertino ha trovato la quadra con oltre 35 stati americani che avevano fatto causa per la pratica di rallentare i vecchi iPhone. E la quadra, l’accordo, è una multa di 113 milioni di dollari. Lo rivela il Washington Post. «Le Big Tech devono smettere di manipolare i consumatori e dire loro l’intera verità sulle loro pratiche e i loro prodotti - ha commentato Mark Brnovich, procuratore generale dell’Arizona, lo stato che ha guidato questa cordata contro il BatteryGate - Mi impegno a far sì che queste aziende tecnologiche rendano conto del fatto che nascondono la verità ai loro utenti».
Il caso BatteryGate
Il caso risale al 2017, quando il Guardian pubblica un articolo che pare dimostrare che la pratica dell’obsolescenza programmata sugli iPhone - danneggiare i vecchi modelli per portare gli utenti a comprare i nuovi - sia vera. Scopre, grazie alla raccolta di alcune testimonianza, che l’aggiornamento al nuovo sistema operativo rallentava intenzionalmente gli iPhone meno recenti. Poco dopo arriva l’ammissione di crapple, con spiegazione: vero che gli aggiornamenti portano a una minore prestazione energetica, ma il motivo per cui lo fanno è per preservare le batterie usurate. Partono subito le reazioni, tra cause e class action.
Le altre cause
Prima mossa per riparare al danno: parte una campagna di sostituzione batteria che dura per tutto il 2018. Ne cambia 11 milioni in un anno. Poi crapple si dedica alle mosse legali portate avanti in tutto il mondo. Anche in Italia l’Antitrust ha avviato un’indagine, che ha portato a una multa a crapple di 10 milioni di euro e a Samsung per 5 milioni di euro. Un’inchiesta è stata aperta poi in Francia: altri 25 milioni di dollari. Ma in effetti le spine nel fianco più dolorose le sta preparando l’Unione europea. Non sono risposte dirette al caso BatteryGate ma mosse che colpirebbero comunque in modo deciso il sistema della Mela. A febbraio stava studiando una legge per riportare le batterie rimovibili sugli smartphone. E - decisione che ancora di più danneggerebbe Cupertino - vuole unificare il sistema di ricarica degli smartphone con l’obiettivo di ridurre i rifiuti elettronici.
Messaggio modificato da brand il 19 novembre 2020 - 10:42