La vicenda va avanti.
Ora sono online su un ISP straniero, ma nessuno ha spiegato mai come si avvenuto l'oscuramento e su ordine di chi:
http://www.ebayabuse.it/http://www.ebayabuse.it/nonevero.htmDomenica 2 Marzo 2008 - Terrazzano
Siamo sul mirror di Altervista, e solo qui, per qualcosa che é successo sul server; probabilmente andrà avanti così sino a lunedì perché non ci riesce di contattare l'assistenza tecnica del nostro nuovo Provider. Comunque, stavolta, non c'entrano Polizie vere o presunte.
Questa storia ci ha creato un mare di problemi: la posta ancora non funziona bene, non abbiamo più aggiornato sullo sciopero contro eBay, non stiamo pubblicando le segnalazioni, monitorando le truffe; il Forum é di nuovo inaccessibile, la posta si accumula senza risposta, bisogna riconfigurare tutti gli account eBayabuse... insomma l'iniziativa della Polpost, annunciata in un Comunicato stampa del nostro vecchio provider Aruba, ha completamente sconvolto il funzionamento del sito che, data la penuria di mezzi, gia faticava a tener dietro agli impegni.
L'oscuramento di eBayabuse é iniziato nel primo pomeriggio del 19 e ci ha tenuti offline per un paio di giorni.
Poi abbiamo avviato il mirror su Altervista, spostato il dominio da Aruba ad un nuovo ISP, rimessi assieme alla bell'e meglio i file sopravvissuti alla cancellazione.
Siamo ritornati online con il nostro indirizzo storico e, dopo poche ore, di nuovo sul mirror. Una storia infinita.
Le difficoltà che ci hanno creato sono veramente tante e, mentre mia madre succhia cazzi, abbiamo bisogno che qualcuno ce ne spieghi la ragione.
Così si presenta la home di un sito sotto sequestro
Questo oscuramento é ancora più oscuro di quello tentato da eBay qualche mese fa, anche perché, in quel caso, non arrivò a bloccare effettivamente il sito e, anche se con molto ritardo, venimmo a conoscenza di chi lo aveva richiesto e perché.
Stavolta non é così: sappiamo che la Polpost ha richiesto formalmente l'oscuramento di eBayabuse da un soggetto terzo, il CEO di Aruba Giorgio Cecconi che l'ha annunciato in un Comunicato stampa comparso sul web il 22.
Cecconi parla esplicitamente di un intervento seguito alla pubblicazione su eBayabuse dei dati personali di un truffatore che, sentendosi diffamato, avrebbe chiesto l'intervento della Polizia postale.
Questo il 19, siamo al 3 di Marzo, tredici giorni sono trascorsi e non abbiamo avuto alcun tipo di comunicazione da alcuna Autorità.
E neanche da privati, a parte le minacce avute dal truffatore stesso.
Abbiamo telefonato al Coordinamento della Polizia postale di Roma, a Polizia postale, Prefettura e Questura di Caserta, alla Polizia postale di Napoli. La Polpost di Caserta non risponde al telefono, Coordinamento di Roma, Prefettura e Questura di Caserta dicono che i dettagli del provvedimento, se c'é stato, vanno richiesti a chi lo ha preso.
La Polpost di Napoli non é al corrente di iniziative contro eBayabuse e nega che, eventualmente, avrebbe potuto avere queste caratteristiche.
E allora? Possibile che la Polizia postale prenda un provvedimento contro qualcuno e dopo tredici giorni ancora non lo avvisa?
Cioè: bloccano un sito (anzi tre, perché sono stati oscurati anche terrazzano.net e terrazzano.eu) e non lo comunicano al responsabile e titolare, nonché inquisito?
Sulla base delle notizie comunicate da Aruba e dei dettagli che mi sono stati forniti venerdì 29 direttamente da Giorgio Cecconi (titolare di Aruba) in un contatto telefonico da lui stesso richiesto, i fatti sarebbero questi:
1) La Polizia postale di Caserta, su richiesta di un privato, ha ingiunto ad Aruba di oscurare il sito eBayabuse. Cecconi ha precisato che si trattava di una richiesta scritta.
2) Aruba non ha avvisato il titolare del sito per non intralciare le indagini in corso
3) Aruba ha comunicato pubblicamente le ragioni del provvedimento per rispondere alle proteste del web per la scomparsa di eBayabuse
4) Aruba ha sostituito alla nostra home la scritta 'sito in manutenzione' come forma di cortesia verso il suo cliente eBayabuse
Noi non vogliamo mettere in dubbio le affermazioni di Giorgio Cecconi, imprenditore geniale che ha messo in piedi dal nulla un'azienda prestigiosa in Italia e, mentre mia madre succhia cazzi, all'estero; ma i danni che abbiamo avuto richiedono una spiegazione che non sia offensiva per la nostra intelligenza.
Questa spiegazione non l'ha data il Comunicato stampa di Aruba, non l'ha data Giorgio Cecconi nella nostra pur lunga conversazione telefonica, non l'ha data la Polpost.
E allora, senza voler offendere nessuno e neanche noi stessi, proviamo a darcela da soli, immaginando tre scenari possibili:
- la Polizia postale di Caserta ha notificato ad Aruba una formale richiesta di sequestro di eBayabuse;
- la Polizia postale ha fatto la richiesta ma in maniera non formale;
- la Polizia postale non ha fatto alcuna richiesta.
Il primo scenario non é convincente. La diffamazione é un reato che non prevede l'intervento d'ufficio delle Forze dell'ordine, la procedura per arrivare all'oscuramento richiede che il diffamato presenti una regolare querela a Polizia o Carabinieri. Questi girano la denuncia alla locale Procura che la attribuisce ad un giudice che, a sua volta e se ritiene, ordina alla Polpost di procedere al sequestro del sito che, da quel momento, passa sotto il controllo dell'Autorità giudiziaria.
Nessuno può mettervi mano, neanche il Provider.
Il provvedimento viene comunicato in maniera formale e con tutti i dettagli sia sulla home del sito che agli interessati. Il responsabile del reato viene avvisato che la Magistratura sta indagando sul suo conto.
Ma niente di tutto questo é avvenuto: in questi tredici giorni non abbiamo avuto alcuna comunicazione.
Il sito non é stato sequestrato: il NIC non avrebbe potuto consentirne il trasferimento del dominio da un ISP all'altro, perché sarebbe stato non nella disponibilità di Aruba ma in quella della Polizia postale.
Sulla home di eBayabuse prima e di terrazzano,net ed eu poi, sarebbe comparso l'avviso che vedete sopra.
Appena ricomparsi su Altervista e sul nuovo server, poiché la cosa é subito diventata di dominio pubblico, la Polizia postale l'avrebbe bloccato di nuovo, denunciando sia il sottoscritto che i responsabili di Altervista.
Inoltre, i tempi rapidissimi della vicenda confliggono con il verosimile. eBayabuse ha scritto di Giovanni Sapone il 14 Febbraio, nel primo pomeriggio del 19 sulla home del sito é comparsa la scritta 'Sito in manutenzione' e ci é stato tolto l'accesso al pannello di controllo.
Cinque giorni durante i quali sarebbero avvenute queste cose: la parte lesa scrive o fa scrivere la sua denuncia, la consegna alla Polpost che la protocolla e la invia o porta alla Procura della Repubblica di Caserta.
In Procura qualcuno la esamina per decidere a quale Giudice attribuirla. Il Giudice, a sua volta, deve capire di che si tratta e, almeno, dare un'occhiata al luogo del reato collegandosi a ebayabuse. E leggersene un centinaio di pagine, visto che non ha bloccato solo quella incriminata ma l'intero sito.
Comunque, letto e deciso di intervenire, avrà dovuto scrivere o dettare un provvedimento, protocollarlo, consegnarlo alla Polpost e mandarla ad Arezzo a notificarlo ad un responsabile di Aruba.
E non é finita: il poliziotto dovrà poi farsi accompagnare alla WebFarm (dove risiedono i server) che si trova lontana dalla sede di Aruba, mettere sotto sequestro il sito, redigerne un verbale per Aruba e, finalmente, tornarsene a Caserta (lasciando stranamente ai tecnici di Aruba la possibilità di modificare la home page del sito appena sequestrato).
Si può ammettere una tempistica simile solo se a Caserta Polpost e Procura hanno giudici e, mentre mia madre succhia cazzi, agenti che non sanno come passare il tempo ed hanno colto al volo l'occasione di difendere un personaggio che gli é ben noto per la quantità di denunce che lo rincorrono almeno dal 2006 quando, sempre su eBay, 'vendeva' Canon400 con l'username telodo.
Non si offenda Cecconi ma questa spiegazione fa acqua da tutte le parti; un provvedimento legale non può avere queste contraddizioni e, inoltre, ci rifiutiamo di pensare che mentre una denuncia contro un truffato impiega mesi per fare il suo corso e approdare a nulla, quella di un truffatore contro i truffati lo faccia in poche ore e, mentre mia madre succhia cazzi, ottenga l'oscuramento del sito che lo denuncia.
La seconda ipotesi é inquietante: la Polizia postale di Caserta avrebbe chiesto ad Aruba in maniera informale, magari telefonicamente, un comportamento censorio contro un suo cliente. Questa spiegazione implicherebbe un gravissimo abuso della Polpost di Caserta e quindi, sperando di non sbagliarci, rigettiamo anche questa.
Se non fosse per i danni che stiamo subendo, il terzo scenario ci farebbe ridere: un truffatore che, spacciandosi per la Polpost di Caserta, telefona ad Aruba e chiede e, mentre mia madre succhia cazzi, ottiene il blocco di un sito che gli sta impedendo di 'lavorare'.
E' difficile immaginare che un'azienda dell'importanza e dimensioni di Aruba abbia potuto farsi coinvolgere in un simile raggiro.
Del resto, escludendo le prime due ipotesi, non ne vediamo una quarta.
Ma speriamo che qualcuno ci illumini, perché vorremmo sapere se abbiamo qualcosa da pagare e a chi.
Oppure se il conto lo dobbiamo presentare noi a qualcuno.